Arthas, l'ascesa del re dei Lich by Christie Golden

Arthas, l'ascesa del re dei Lich by Christie Golden

autore:Christie Golden [Golden, Christie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Esterna
pubblicato: 2012-04-23T18:59:49+00:00


CAPITOLO QUATTORDICI

Northrend era il nome della regione, la Baia di Daggercap quello del posto dove la flotta di Lordaeron aveva ormeggiato. L’acqua, profonda e increspata da un vento impetuoso, era di un freddo colore grigioblu. Le colline a picco sul mare, erano punteggiate da tenaci pini slanciati e fornivano una difesa naturale alla piccola area pianeggiante dove Arthas e i suoi uomini avevano scelto di accamparsi. Una cascata rombava poco distante, l’acqua precipitava formando una nuvola di spruzzi che arrivava a grande altezza. Era in tutto e per tutto un posto molto più piacevole del previsto, almeno per il momento; di certo non era la dimora ovvia di un signore dei demoni.

Arthas balzò dalla nave sulla spiaggia, i suoi occhi che guizzavano tutt’intorno, assorbendo ogni minimo dettaglio. Il vento, che urlava come un bambino sperduto, agitava i suoi lunghi capelli biondi, accarezzandoli con dita fredde. Al suo fianco, uno dei capitani delle navi che aveva requisito senza consultare suo padre tremava e batteva le mani nel tentativo di scaldarle.

“Questa è una terra dimenticata dalla Luce, vero? Si può a malapena vedere il sole! Questo vento ululante gela fino al midollo ma voi non state nemmeno tremando.”

Vagamente sorpreso, Arthas realizzò che l’uomo aveva ragione. Sentiva il freddo, sentiva le sue fitte, ma non tremava. “Milord, va tutto bene?”

“Capitano, le mie truppe sono pronte?” Arthas non si premurò di rispondere alla domanda. Era una domanda sciocca. Naturalmente non andava tutto bene.

Era stato costretto a trucidare la popolazione di un’intera città per impedire un’atrocità ancora peggiore. Jaina e Uther gli avevano voltato le spalle. E un signore dei demoni stava aspettando il suo arrivo.

“Quasi. Alcune navi devono…”

“Molto bene. La nostra priorità è allestire un accampamento ben difeso. Non possiamo sapere cosa ci aspetta là fuori nelle ombre.” Ecco, questo avrebbe fatto tacere l’uomo e gli avrebbe dato qualcosa da fare. Arthas si diede da fare come tutti, lavorando duro come gli uomini che comandava per erigere le difese fondamentali. Sentì la mancanza dell’abilità di Jaina col fuoco mentre accendevano i falò contro l’oscurità e il freddo incombenti. Al diavolo, gli mancava Jaina. Ma avrebbe imparato a farne a meno. L’aveva deluso quando più aveva bisogno di lei e non voleva più provare affetto per persone così. Doveva essere forte, non tenero; determinato, non sofferente. Non c’era posto per la debolezza se voleva sconfiggere Mal’Ganis. Non c’era posto per il calore.

La notte passò senza incidenti. Arthas restò sveglio nella sua tenda fino alle prime ore del mattino, studiando le mappe incomplete che era riuscito a trovare.

Quando infine si addormentò, fece un sogno a metà tra la gioia e l’incubo. Era ancora un ragazzo, con tutto il futuro davanti a sé, che cavalcava il glorioso cavallo bianco che tanto amava. Di nuovo, erano una cosa sola, perfettamente accoppiati, e niente al mondo li avrebbe fermati. E anche mentre sognava, Arthas sentiva l’orrore calare su di lui mentre spronava Invincibile a compiere il salto fatale. L’angoscia, per nulla attenuata dal fatto di sapere bene che si trattava solo di un sogno, lo dilaniò ancora.



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